Season Finale II: AURORA

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view post Posted on 28/10/2019, 18:20     +1   -1
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Notte fonda, qualche ora dopo Season Finale.

Ci troviamo in una lussuosa camera d'albergo, probabilmente non troppo lontano dal luogo in cui è andato in scena l'evento più importante dell'anno della DownUnder. Dalla suite si ode il solo rumore della doccia aperta. E poi un rumore elettronico si contrappone al suono del getto d'acqua.

La porta della suite si apre e, al suo interno, giunge Sophie.

Stranamente se ne resta in silenzio, stringendosi nell'ingombrante pelliccia rosa shocking.

A: "Una camera di lusso..."

Le solite poche, ma rumorose, parole di Aya. Le pronuncia osservando Sophie che sta palesemente rosicando. Lei però, pur di non darla troppo a vedere cerca di mostrarsi indifferente.

S: "E'...Spaziosa. Mon dieu, se è raffinata."

Poi guarda Aya.

S: "Ho visto comunque di meglio."

E si mette a braccia conserte, volgendo lo sguardo altrove. Per ultima arriva nella stanza Kaylee, ancora provata dagli avvenimenti delle ultime settimane. Aya chiude la porta dietro di sé mentre Sophie continua a girare la stanza impressionata.

S: "Dimmi Karin, Kaylee, qualunque sia il tuo prénom, anche tu stavi in questa suite?"

Kaylee però preferisce non parlare, tenendo uno sguardo perso e il capo chino. Sophie lancia un'occhiata al soffitto, sbuffando.

S: "Sembra che le abbiano ammazzato le chat...Un tempo così temibile, oggi è meno utile di un soprammobile. Guardala Aya, persino tu nella sua stessa stanza puoi sembrare una bonne prostituée che la distribuisce come Babbo Natale distribuisce i regali, donando felicità ai più disperati."

Nemmeno quelle parole portano ad una sua reazione.

Le tre poi, all'unisono, volgono lo sguardo verso il corridoio. La doccia è stata chiusa e una porta s'apre, dalla quale fuoriesce del vapore. Attraverso di esso, una figura si mostra. Il suo corpo ancora bagnato non presenta veli nella zona superiore, ma piuttosto con i due titoli che da poche ore detiene copre i seni, mentre la zona inferiore è ricoperta da un asciugamano.

Sophie non perde un istante ed estrae l'iPhone, scattando foto alla sua maestra.

S: "Merveilleux, stupéfiant!"

Clarissa lascia i capelli bagnati all'aria, mostrandosi in tutta la sua solita sensualità e teatralità.

CH: "Siete venute, mie care."

Nessuna delle tre replica, aspettandosi altro dalla padrona della DownUnder.

CH: "Voglio ringraziare ognuna di voi, per la pazienza. E per la fiducia nelle mie parole. Come potete notare, ancora una volta ho mantenuto la mia promessa, dimostrando che non esiste soluzione alla Sofferenza e che non esiste anima viva capace di potermi fermare. E con tale messaggio..."

Osserva il titolo DownUnder.

CH: "Ad esso annesso, ho fatto in modo di comunicare con un solo, emblematico gesto, il futuro di questa compagnia, il cui ruolo va esaurendosi giorno dopo giorno fino all'inesorabile momento in cui sarà solo un elemento superfluo...Che spazzerò via, senza alcuna esitazione.

Ora il nostro tempo è giunto.

Abbiamo bramato questo giorno per tanto tempo, nonostante le risposte conosciute da tempo abbiamo pazientato affinché il momento perfetto potesse giungere...E così è stato. Oggi è il momento, finalmente. Oggi la vostra Regina potrà finalmente annunciarvi che...

Siamo ufficialmente alla caccia di Zoey Di Maggio."

Lo sguardo di Clarissa si posa poi su Kaylee. La osserva, in tutta la sua fragilità, in tutta la sua insicurezza...Come un tuffo nel passato.

CH: "Mia cara...Finalmente manterrò la promessa."

Le sfiora il mento e Kaylee lo alza, incrociando il suo sguardo.

CH: "I tuoi occhi parlano da sé. Raccontano della...Follia, dei tempi recenti. Mi pare quasi assurdo pensare che una creatura così fragile possa aver ottenuto così tanto. Ma non aver paura, poiché ciò che ti ho promesso sarà finalmente servito. La testa della tua dolce sorella..."

Le si avvicina, sussurrandole.

CH: "E' ora di far visita alla cara madre, Kaylee..."

La sorellina di Zoey guarda per qualche istante la sua interlocutrice, comprendendo poco dopo le sue parole...E soprattutto comprendendo dov'è che si trova Zoey, dove si trovava per tutto questo tempo. Poco dopo, senza dire una sola parola, porge entrambe le mani verso la Regina dei Corvi, offrendole un oggetto prezioso.

E' la Corona dell'Empress of Europe.

Clarissa lo osserva, rivolgendo poi lo sguardo verso la silenziosa Kaylee, col capo chino. La Regina si appropria della corona per poi, dopo averla osservata attentamente, consegnarla tra le mani di Sophie, pronta a contemplarla da vicino.

CH: "Arriverà il giorno in cui la indosserò...Ma legittimamente. E ora andiamo, un lungo viaggio ci aspetta."

Tutte escono dalla stanza, eccetto Sophie. Lei, ovviamente, trova il primo specchio disponibile per mostrarsi il suo riflesso abbigliato con la prestigiosa corona. Non manca ovviamente qualche selfie per l'occasione. Poi segue le altre, in viaggio...

Verso la Slovacchia.


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Sono le prime luci della mattina.

Come di consueto, una nutrita folla si accalca al Terminal 1 dell'Aeroporto Internazionale di Sydney, in attesa del proprio volo. Tra essi, un quartetto di donne familiari alla nostra vista. Una lunga veste vermiglia copre il volto di Clarissa Hero, che tiene per mano al suo fianco Kaylee, velata da un cappotto color crema. Sophie si muove impaziente, fotografando tutto ciò che la circonda, mentre dietro di loro Aya porta con sé alcuni bagagli.

S: "Attention, prostituèe! Là dentro c'è il mio garde-robe da viaggio! Mon Dieu Maestra, era davvero necessario un così lungo viaggio? Sydney-Bratislava con scalo a Dubai, e sans potersi fermare a tutte le maison duty-free dell'aéroport!"

La Regina dei Corvi ignora la sua invadente ancella.
I suoi occhi sono tutti per lei. La fanciulla che ha al suo fianco.

CH: "Mi chiedo cosa tu stia pensando, piccola Kaylee."

Non riceve alcuna risposta.
Lo sguardo di colei che fu la Muse of Folie rimane fisso nel vuoto. Il suo volto, inespressivo.

CH: "Sarà un lungo viaggio. Ma la meta è così... ambita.
Stai per tornare a casa, piccola Kaylee. Stai per rivedere il tuo luogo natio. Per rivedere la donna che ti ha generato, la tua casa. Stai per tornare in famiglia. Ed infine... per rivedere la tua dolce sorella.
Ti ho promesso la sua testa, ed è ciò che avrai."

Le si avvicina, sussurrando.

CH: "Saranno tanti i pensieri che affollano la tua mente.
E' l'affetto di una sorella, a prevalere? O forse l'odio, la vendetta? Quali emozioni ti assalgono, piccola Kaylee? Gioia o tristezza? Nostalgia, rimpianto? O forse... dolore?"

KdM: "...Nothing."

Continua a fissare il vuoto, Kaylee.
Un'accenno di soddisfazione compare negli occhi di Clarissa.

KdM: "I feel... nothing."


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Le stesse luci di una giovane mattina.
Ma in un luogo differente. Ad un oceano ed un continente di distanza.

Nelle strade immerse nel verde di una piccola città dell'est-europa, racchiuse tra le acque di un fiume ed una rupe che si erge, imponente, su di esse. Tra le vie rurali, colorate e pittoresche, una figura si muove tranquilla, osservando il sole appena sorto. Una lunga chioma bionda si adagia su un cappotto ben chiuso a ripararla dal freddo di una mattina invernale. Controlla qualcosa nella sua borsa, per poi avvicinarsi alla porta di una casetta e suonarne il campanello.
Un'altra voce femminile le risponde dall'interno, attutita dal suono metallico dell'interfono.

??: "Kto to je?"

La ragazza non proferisce parola, rimanendo sull'uscio. Quasi interpretando tale silenzio come una risposta, la voce dall'interno torna a farsi udire. Solo che questa volta non più in slovacco, ma in un italiano dal chiaro accento slavo.

??: "A...Aurora? Sei tu, vero?"

"Credo di avervelo detto, Gretha. Purtroppo non conosco alcuna parola di slovacco."

Un rumore indica l'apertura della serratura.
Una donna sulla quarantina, dalla lunga chioma bionda ed un viso grazioso appena sfiorito dalle rughe, compare sull'uscio.

??: "Hai ragione, cara. Potrei insegnartelo un giorno di questi. Tu, invece, dovresti darmi qualche lezione di italiano: riesco a capirti quando parli, ma è ancora un po' arrugginito. Pensa, lo imparai appena maggiorenne, ancor prima che la mia prima figlia nascesse! Ma da allora lo uso poco, in casa parliamo slovacco ed inglese..."

"Non temere, Gretha. Lo parli ancora in maniera molto fluente."

La donna sorride, abbracciando la ragazza che ha di fronte.

??: "Oh mia cara, sei davvero gentile! Non posso ancora credere che mia figlia abbia un'amica così splendida. La tua presenza qui conta molto per lei, in questo momento difficile..."

Per un attimo, un silenzio opprimente avvolge le due.

"Passerà, Gretha. Non dovete temere... vostra figlia è una donna forte. In ogni caso, sono passata a prendere le medicine necessarie, e ho approfittato per fare un po' di spesa. Lei è già sveglia?"

??: "No, Aurora cara. Alexandra dorme ancora, ed ora che ha trovato un po' di sollievo ho preferito lasciarla riposare."

"Avete fatto bene, Gretha. Ora vi dò una mano con le faccende, così vi potete riposare un po'. Gradite un po' di caffè? Ve lo preparo subito."

??: "Sei troppo cara, Aurora. Ora su, entriamo, non credo che tu sia abituata a questo freddo e non voglio che tu ti prenda un raffreddore."

La donna invita la giovane ad entrare, ma ella la ferma.
Rivolge il suo sguardo verso l'orizzonte, osservando la valle rigogliosa stagliarsi di fronte a sé, velata dalla luce del sole. Qualche piccolo fiocco di neve inizia a cadere delicato sulla città.

"E'... una così bella giornata, non lo credete anche voi?"

??: "Hai ragione, Aurora. Mi fa pensare che tutto possa andare per il meglio."

"Sarà così, non temere."

La donna entra nella casa, seguita dalla giovane.
Che però, prima di sparire alla nostra vista, osserva un'ultima volta verso l'orizzonte. Il suo sorriso dolce e solare muta, per un istante. Divenendo freddo, cupo, oscuro. Avvolto dalla tenebre.


..


Il sorriso di quella giovane fanciulla.
Il sorriso di Aurora.


...


Il sorriso di Angel, la Musa delle Tenebre.


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Gretha: "Kto to je?"

Quello stesso giorno, in quello stesso luogo. Nella notte più fitta, il campanello suona di nuovo.
La donna si affretta alla porta, non udendo risposta.

Gretha: "Kto to je?"

La donna ripete, con vigore. Il silenzio l'accompagna. Ma il campanello non smette di suonare.

Gretha: "Kto to je?"

...


??: "Ja, Matka."

La donna ha un tuffo al cuore. Apre di scatto la porta.
Di fronte a lei, quattro fanciulle. Davanti una ragazza elegantemente vestita, ai limiti del pacchiano, con una lunga pelliccia rosa, che armeggia con il suo cellulare. Al suo fianco una gelida figura dai capelli biondi e lo sguardo vuoto. Dietro di esse, sorride una giovane dai capelli corvini ed un lungo cappotto vermiglio. Ed accanto a quest'ultima...

Gretha: "Ka...Karin? Moja dcéra?"

??: "Áno, Matka."

La donna arretra. Per qualche istante, fissa con aria di commozione l'ultima ragazza, riconoscendo in quegli occhi quelli della sua figlioletta minore. La voce petulante di Sophie interrompe il momento.

S: "Oh, mon dieu, ora mi è tutto chiaro! C'est ta mère, n'est pas? Ora si spiega il pourquoi del tuo aspetto così insignificante!"

Gretha: "Pe..perdonatemi, non credo di comprendere il francese, ma possiamo parlare in italiano, anche se il mio è imperfetto. Voi... siete amiche di mia figlia?"

CH: "Lei è qui, vero?"

La donna rimane interdetta. Osserva lo sguardo della ragazza in cremisi. C'è qualcosa in lei che la preoccupa. Il suo sguardo... incrociarlo le provoca un brivido sulla pelle. A dire il vero, anche quello di sua figlia pare strano. E'... vuoto. Non v'è il sorriso gioioso di una giovane ragazza ad attenderlo, ma un buio senza luce. Una strana sensazione le attanaglia il cuore. Finché... un'altra figura l'affianca, ponendole una mano sulla spalla.

"Loro sono con me, Gretha."

Gretha: "Oh, Aurora. Prego allora, entrate."

Le quattro fanciulle entrano nella casa, passando affianco alle due donne. Sophie rivolge uno sguardo disgustato nei confronti di Gretha, mentre Clarissa si affianca ad Angel, sussurrandole qualcosa mentre un ghigno le compare in volto.

CH: "Ora è così che vi fate chiamare, maestra? Aurora..."

Gretha si attarda un istante. In un istinto materno, abbraccia Kaylee, stringendone a sé il capo come se cercasse rifugio dalle paure che sembrano attanagliarla. Ma da quel lungo abbraccio e quel capo chino non ottiene che l'effetto opposto. E'... è lei sua figlia? Non rifiuta quell'affetto, ma né sembra ricambiarlo.
E'... fredda. Insensibile.
Vuota.

Greta: "Moja dcéra..."

Le quattro sono all'interno della casa. Gretha le invita a seguirle in cucina, per poterle offrire qualcosa, ma lo sguardo di Clarissa è catturato dalla fine del breve corridoio, ove si scorgono delle scale per un seminterrato celate da una porta semichiusa. La Queen of Ravens osserva intensamente Angel. Sa bene che ella è l'unico ostacolo tra lei e la realizzazione del suo più grande desiderio. Cosa farà, la Musa dell'Oscurità? La affronterà a viso aperto? Un cenno della Musa le svela la risposta.
Un breve sorriso.
Ha la sua approvazione.

CH: "..."

Succede tutto in un istante.
Sophie colpisce con una gomitata Gretha, che si piega in due dal dolore inatteso. Aya l'abbranca a sé, stringendola ed impedendole ogni movimento. La francese le blocca il braccio, ponendolo dietro la schiena.

Gretha: "C...cosa state facendo? Aurora! Aurora, aiutami! Loro... loro non vorranno..."

La francese le tappa la bocca di scatto, rischiando di farla soffocare.

"Non fatele del male."

Aya allenta la presa, ed anche Sophie fa lo stesso dopo aver incrociato lo sguardo di Clarissa. La Virgo Doloris torna a rivolgersi ad Angel. Sorride, oramai senza più nasconderlo. E' un sorriso d'impazienza, il suo.

"Follow me."


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Giungono tutte dinnanzi alla porta posta nel piccolo corridoio che collega la cucina al salotto. Aya la apre e assieme scendono negli abissi della dimora. Passo dopo passo, tutte vengono spinte dalla curiosità...Eccezion fatta per Clarissa che, invece, ad ogni passo verso il seminterrato allarga sempre più il sorriso sadico.

Può avvertire la sua presenza. Sa che lei è lì.

Aya e Sophie, che tengono strette Gretha, si defilano per consentire a Clarissa di prendere la prima posizione. Forse non avrebbero voluto farlo, prese da quella scena del tutto inaspettata. Quella figura di cui tanto hanno sentito nominare, una delle donne più dominanti del business, si trova a pochi passi da loro.

Seduta sul freddo pavimento, alla destra del letto sfatto, con una gamba incatenata al muro.



...




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Zoey Di Maggio.

Clarissa prova a trattenere la propria sorpresa per quella vista macabra, a differenza di Aya e Sophie che sembrano non credere ai propri occhi. Gretha invece ha gli occhi lucidi e il capo chino mentre la Hero fa un altro passo in avanti per osservarla ancor più attentamente.

CH: "E' per me un grande onore incontrarti."

China leggermente il capo, con un pizzico di ironia. Tra i capelli sfatti si possono scorgere gli occhi socchiusi e il trucco sciolto. Zoey osserva quella figura dinnanzi a lei e non sembra averla davvero riconosciuta. Le ricorda qualcuno, eppure...

CH: "Come potrei dimenticare il tuo volto...Dopotutto quel dolce viso lo incrocio in ogni foto che addobba la lussuosa villa che un tempo ti apparteneva. Dimora divenuta mia il giorno stesso in cui tu scappasti da essa con il prezioso aiuto della cara cugina Chelsea.

Eppure dovresti ricordarti di me..."

Zoey pare lentamente realizzare l'identità di quella persona, poi confermata dalla stessa.

CH: "«Se non ti conoscessi capirei che sei sua sorella solo da come lo guardi.»

Queste, le tue prime parole a me rivolte."

E' lei. E' davvero lei.

CH: "Mi è prezioso quel ricordo. Lo conservo gelosamente nel mio cuore. In quel momento non pensai di aver incontrato solo la donna della vita del mio caro fratello, pensavo di aver trovato una figura femminile da imitare, idolatrare. Ero giovane ed innocente, tratta facilmente in inganno. Ma dopotutto...

Tu hai ingannato tutti, dico bene mia dolce...

Alexandra?"

Zoey apre lentamente le labbra secche, fino a quel momento serrate, con l'intento di replicare.

CH: "Non sta a te decidere quando parlare."

Clarissa con un leggiadro movimento avvicina il palmo della mano al volto di Zoey, per poi con forza stringerle le guance.

CH: "Hai perso quel diritto quando il Dolore ha preso pieno comando del mio corpo, rendendomi involucro delle sofferenze che hai procurato non solo alla giovane fanciulla che ero, ma ad ogni membro della mia preziosa famiglia. Tu, Zoey Di Maggio, hai distrutto la vita di quella innocente fanciulla e hai distrutto il meraviglioso legame che aveva con suo fratello."

Mai come in questi pochi secondi Clarissa si mostra ancora "umana" e non la sadica calcolatrice a sangue freddo. Poco dopo però si ricompone e, rialzatasi, rivolge le spalle a Zoey mentre guarda attorno nel seminterrato.

CH: "Per quanti mesi i tuoi occhi si sono posati solo su queste deprimenti mura?

Una cittadina del mondo come te, che ha esplorato ogni parte del globo, costretta a nascondersi in tali deplorevoli condizioni...Tutto ciò per scappare dalle conseguenze delle proprie azioni. Non dovresti essere proprio tu, dolce Zoey, a parlare di Karma? Dovresti anche sapere che la retribuzione karmica punisce in base agli errori commessi durante questa esistenza.

...

Ed io, infatti, oggi sarò il tuo Karma."

Sfoggia un ghigno sadico mentre, con la coda dell'occhio, osserva Gretha versare lacrime per la disperazione.

CH: "Sei stata l'artefice della rovina della gloriosa famiglia Hero...Hai reso terra bruciata ogni sentiero sul quale hai camminato...Hai vissuto noncurante del danno che le tue azioni procuravano a chi ti ha amato. Io oggi sarò il tuo Karma, Zoey Di Maggio, ed in nome della famiglia Hero io porterò nella tua vita tutta la sofferenza che hai portato nelle nostre vite."

Sensualmente si avvicina verso Gretha, tenuta ferma da Aya e Sophie. Osserva con gli occhi sbarrati una lacrima scendere sulla sua guancia, come se fosse il nettare dell'Immortalità. Mantenendo il contatto visivo con Zoey, Clarissa lecca la lacrima sulla guancia di Gretha.

Alza lo sguardo al cielo e dopo un profondo respiro se la ride.

CH: "Tonight...Tonight...Tonight...

I'm gonna kill Zoey."


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Edited by makko 95 - 28/10/2019, 18:44
 
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view post Posted on 29/10/2019, 15:23     +1   -1
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Avanza, Clarissa.
Lentamente. Inesorabilmente. Sembra volersi godere ogni singolo passo che la separa dalla sua vendetta. I suoi occhi sono fissi sul motivo della sua crudele gioia. Il sorriso si allarga, si distorce. Apre la mano destra, pregustando il momento in cui l'avvolgerà al collo della sua nemesi, sino a stritolarla in una fine senza onore.

Ella si ritrae.
Le catene che la bloccano non le permettono di muoversi. Trema, ma è più uno spasmo fisico che un segno di debolezza. Anche se fosse libera, probabilmente non avrebbe modo di opporsi alla Regina dei Corvi. Eppure il suo sguardo è saldo. Non v'è alcun tipo di paura nei suoi occhi, cerulei ed inespressivi. A fatica si mette in ginocchio, assumendo una posizione di guardia. Sembra quasi invitarla a farsi avanti, ad affrontarla in ogni modo... se non fosse evidente l'innaturale fatica che fa anche solo per tenere quegli occhi aperti. Anche solo per respirare.

Ma in un attimo, tutto diverrà nero.
Tutto sarà finito.


...



In quel momento, lei fissava il vuoto di fronte a sé.
Il vuoto dentro di sé.
Ogni sua percezione era come ovattata, come se il suo corpo avesse perso qualunque contatto col mondo esterno. In piedi per inerzia, Kaylee era rattrappita su sé stessa, in una posa quasi innaturale. Sua sorella, colei che le aveva rovinato la vita, stava per essere messa a tacere per sempre. Eppure, era come se quell'evento così drammatico suscitasse in lei una profonda indifferenza. Non era assenza di emozioni, tutt'altro. Era l'incapacità di discernerli a regnare sovrana nel suo animo. Troppe sensazioni tutte insieme la rendevano apatica. Trascinata da forze eguali in tutte le direzioni, finiva per rimanere ferma, immobile, come se nulla di tutto questo stesse effettivamente accadendo.

Perché era lì, per iniziare?
Cosa l'aveva spinta a sottoporsi a tutto ciò?
La follia, forse?

No, non era così.
Non v'era stata mai follia nelle sue azioni, fin dall'inizio. Era questo il suo grande segreto, che Clarissa aveva portato alla luce. La Muse of Folie... non era mai esistita. Quella notte di Swan Song, travolta da un destino inevitabile, aveva fatto una scelta precisa. Sacrificare l'apparire per proteggere l'essenza. Smettere di essere Kaylee di Maggio pur di non divenire la Muse of Folie. Modulare, lucidamente, ogni azione successiva a quella notte per farla apparire frutto di una metamorfosi incompleta. Logorare sé stessa, essere pronta a sporcare la sua purezza, pur di proteggere ciò che la circondava da chi lei poteva diventare. Da chi lei era destinata ad essere.
Ma ora che Clarissa aveva svelato la sua illusione, non v'era più nulla dentro di lei.

Né Kaylee, la Desert Flower, la pura fanciulla
Né Karin, la Virgo Insania, la Vestale della follia.

Ecco perché era lì.
Per scoprire di nuovo sé stessa.
Per capire chi era veramente.


...

I ricordi si affannavano, nella sua mente.
Era come se il tempo si fosse fermato. La fioca luce di uno scantinato era avvolta, soverchiata dalle mille luci che la notte di Las Vegas offriva agli occhi di una bimbetta ancora incapace di comprendere il mondo attorno a lei. Ricorda quando saliva, in alto, nelle colline attorno a Paradise, per osservare quelle luci multicolori infrangersi su una notte chiara e senza stelle, come il sole riflesso sulle rive dell'oceano. Giocava a chiedersi cosa fosse ogni luce, quali storie si nascondessero dietro quello spettacolo magnificente. Finché delle braccia amorevoli si stringevano attorno a lei, dandole un senso di sicurezza.
Ricorda che non sapeva cosa fosse la paura, a quei tempi.
Finché lei era lì, sapeva di non aver nulla da temere. Nessuno avrebbe potuto torcerle un capello. Nessun mostro avrebbe potuto farle del male. Finché quell'abbraccio perdurava, Kaylee si sentiva sicura. Si sentiva felice.
Avrebbe voluto che quell'abbraccio durasse per sempre.
Ma, prima o poi, quell'abbraccio finiva. Kaylee si voltava delusa, mettendo su un broncio gentile. Il piccolo thé alla pesca che amava sorseggiare guardando il cielo era finito. Era il tempo di tornare a casa.

KdM: "Ma... ma... io... io voglio vedere ancora le luci! Sono così belle! E... vederle spegnere, per poter finalmente vedere tutte le stelle! E..."

Quell'abbraccio si richiudeva a sé, portando in dote un diniego così dolce a cui non poteva controbattere.

"I'm sorry Kaylee... maybe next time."


[...]

"I'm sorry Kaylee... there's no next time."


Ci fu un giorno in cui la sua infanzia ebbe fine.
Ricorda le lacrime di sua madre Gretha bagnarle il volto. Ricorda la sensazione di smarrimento a scoprire che lei non era più lì, a proteggerla. La paura farsi strada, per la prima volta, nel suo giovane animo. Quell'abbraccio perduto ed, insieme ad esso, il suo sorriso più sincero.
Ma doveva essere forte. Doveva essere forte per sua madre, per lei stessa. Doveva diventare grande. Diventare grande, ritrovare lei e chiederle... perché.

Perché.


...


In quell'istante, tutto le fu chiaro.
Una luce si accese nei suoi occhi. Ogni singola azione compiuta negli ultimi anni, ogni sofferenza patita in 2FH ed in DownUnder finalmente assumeva un senso. Era come... svegliarsi da un incubo.
Finalmente... era in controllo di sé stessa. Finalmente aveva capito chi era.

Alza lo sguardo, Kaylee di Maggio.
Vede Clarissa avanzare, sorridente. Vede lo sguardo di sofferenza dipinto negli occhi di sua sorella.
Comprende perché aveva deciso di venire fin qui.


O forse...
Lo sapevi già, Kaylee, non è vero? Se così non fosse, non avresti portato nella tasca quel piccolo oggetto che ti evoca così tanti ricordi. Il mezzo grazie a cui sei... "rinata".

Kaylee lo afferra con forza. Si ferìsce leggermente, ma non prova dolore.
Stringe tra le mani un piccolo pugnale. Lo stesso con cui si era procurata la cicatrice che portava al collo. E' l'oggetto che più la rappresenta, in fin dei conti. Che rappresenta la sua voglia di proteggere chi la circonda...a qualunque costo.


Un istante. Uno scatto.
Kaylee è di fronte a Clarissa, ora. Le sbarra la strada.
Un piccolo cenno di nervosismo compare sul volto della Regina dei Corvi. Ma lei non sembra curarsene. Con la coda dell'occhio, osserva sua sorella.
In poche parole riassume una vita intera.


KdM: "You left me.

And I.... I'm not doing the same mistake."


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KdM: "Resta alle mie spalle e sta tranquilla.
Per una volta... sarò io a proteggerti."

Con convinzione, la giovane di Maggio avanza, guadagnando spazio a sufficienza per coprire col suo corpo la fragile figura della sorella maggiore. Un lieve movimento del braccio pone il pugnale in direzione della Regina dei Corvi, a qualche metro di distanza. Reclina il capo leggermente all'indietro, per controllare le condizioni di Zoey, pur prestando attenzione alla minaccia di fronte a sé.

KdM: "Credo di poterle tenere testa abbastanza da fornirci una via di fuga.
Aya e Sophie non sono un problema. Clarissa non accetterebbe di essere salvata da loro, orgogliosa com'è. E la Maestra farà in modo che a nostra madre non venga fatto del male.
Per una volta, abbi fiducia in me."

Kaylee segue i con lo sguardo i movimenti di Clarissa. La Hero allarga le braccia con fare teatrale, sbuffando lievemente e volgendo le sue mani verso la di Maggio.

CH: "E così, la mia piccola creatura ha deciso di rivoltarsi contro di me? E' per questo che hai deciso di seguirmi, piccola Kaylee? Per rinnegare te stessa, rinnegare chi sei diventata per tornare quella che eri, e pugnalarmi alle spalle? Ne sono delusa, piccola Kaylee.
Ma non ho tempo da perdere con te.
Fatti da parte, la tua ora non è ancora giunta. Fatti da parte, e lasciami assaporare la mia dolce vendetta."

Clarissa prova ad avanzare, ma è costretta a fermarsi.
Sorride, mentre un piccolo pugnale scintillante si ferma tremendamente vicino alla sua gola.

KdM: "Io non sono la tua creatura. Io sono me stessa.
Ed ho deciso di essere qui, adesso, di mia spontanea volontà."

CH: "Ed allora vorrà dire che ripagherò il tuo coraggio con il dolore più intenso che un'umana possa provare."

Le parole di Clarissa lasciano supporre un intento nefasto, mentre ella si prepara a combattere.
Ma Kaylee non prova timore. Anzi, sorride. Come se una vena di... follia attraversasse la sua mente.

KdM: "Non ho paura di te, Clarissa Hero. Non ho motivo di averne.
Perché tu... sei esattamente come me.
Un'umana speciale. Un essere che ha ricevuto in custodia un potere che va oltre ogni limite imposto dal tuo corpo. Ma... non puoi ancora controllarlo, non è forse così? Ne sei dominata, senza riuscir a soggiogarlo alla tua volontà. Il potere di una Musa... può essere soffocante. Può cambiarti radicalmente... i tuoi pensieri, le tue sensazioni, i tuoi sentimenti. Un veleno che lentamente prende possesso di te. Io l'ho lasciato libero di divorarmi, pur di rimanere me stessa. Gli ho concesso la mia anima, pur di non impazzire. Ma non posso sfruttarne ciò che ne deriva. Posso solo custodire questa fiamma senza fine che arde dentro di me, così come dentro di te.
Come... una Vestale."

Kaylee sorride. Il suo volto si distorce.
Ma... Clarissa non pare curarsene. Anzi, un certo senso di gioia accoglie questo inatteso svolgersi degli eventi.

CH: "Sei sempre stata così inutilmente melodrammatica, mia piccola Kaylee.
Le tue parole non la salveranno. Il fuoco che arde in te non la salverà."

KdM: "Forse hai ragione, Regina dei Corvi.
Ma io... io conosco questo potere meglio di te. E se sarà necessario... tornerò ad essere lei. Tornerò ad essere Karin, per un'ultima volta.
Non per far del male, ma per... proteggere."

CH: "Fatti avanti, allora."

Kaylee si muove veloce, avanzando con ancora il pugnale tra le mani. Prova a colpire, ma Clarissa glielo impedisce con un rapido movimento. I corpi delle due Vestali collidono l'un l'altra, senza che nessuna delle due possa aver ragione dell'altra. Sono alla pari. Ma alla calma glaciale della Hero fa da contraltare il respiro irregolare della Virgo Insania. Quel "veleno" le provoca un dolore insopportabile.

KdM: "Io... non posso arrendermi.
Posso farcela. Devo farcela. Devo proteggere..."

Z: "E...enough."

Zoey strattona Kaylee con le poche forze ancora in corpo, costringendola a voltarsi.
L'una di fronte all'altra. Lo stesso sangue che scorre nelle loro vene. Due... gocce d'acqua, foriere di un diverso passato, di un diverso presente, di un destino parimenti crudele. Kaylee si avvicina alla sorella, che l'osserva inespressiva, con occhi vitrei.

KdM: "Non temere, sorella mia.
Lasciami combattere. Lasciami difenderti, per una volta."

Z: "No. Ora... ora basta, Kaylee."

Kaylee si avvicina alla sorella. Prova a stringerla a sé, ma ella si ritrae.

KdM: "Lei... lei vuole farti del male! Senza di me, non uscirai più da questa stanza.
Lascia da parte il tuo orgoglio, per una volta. Lasciami prendere cura di te. Lasciami renderti orgogliosa."

Z: "..."

KdM: "Io... tu... noi non abbiamo mai avuto modo di vivere una vita facile. Ma... ma possiamo farcela. Possiamo ricominciare. Seguirò i tuoi consigli. Lascerò perdere il wrestling, se è ciò che desideri. Ti lascerò in pace, se lo desideri, oppure non ti cercherò più. Ma...lasciami difenderti."

Z: "..."

Un gelido muro d'indifferenza.
Kaylee non sembra capire. Zoey stringe il suo braccio, cercando di impedirle di combattere. Si ritrae, tenendosi lontana da lei. Perché. Perché non vuole essere difesa. Perché non vuole abbracciarla. Perché continua a fissarla, inespressiva, senza proferire parola. Perché non le dice di andar via, perché non le spiega i motivi del suo odio, del suo diniego. Perché. Perché. Perché.
Le domande affollano la sua testa. Il suo cuore batte all'impazzata. La sua mente si offusca. Sente... come se stesse per perdere il controllo, da un momento all'altro. Una sensazione di vertigine, come un precipizio verso l'abisso senza luce. Una stasi insopportabile, una goccia che continua a rintoccare, come un'eco nella sua mente. Come se il mondo attorno non esistesse più. Clarissa, Angel, nessuno. Solo loro due.
Kaylee e Zoey, Zoey e Kaylee.
Quella fiamma le arde, forte come non mai. I suoi sentimenti, che prima sembravano non toccarle più, ora la travolgono come un mare in tempesta. L'affetto senza fine per la propria sorella. La sofferenza della separazione da lei. La speranza dell'inseguirla, l'orgoglio di provare a diventare come lei. La gioia di rivederla, dopo così tanto tempo, lì di fronte a lei. Lo struggente dolore di un'anima ferita, rifiutata da colei per cui darebbe la sua stessa vita.
Lacrime rigano il suo volto.

KdM: "Io.... ti voglio bene.
Ti voglio bene, sorella mia."

Z: "..."

Un silenzio, lungo e malinconico come questa notte senza luna.
Squarciato da una voce silente che fa più male di tutto ciò che Kaylee abbia mai dovuto affrontare.

Z: "You're not...my sister."


E' la scintilla.
Perché. Perché, si chiede, ossessivamente. Ma ora domanda e risposta non hanno più senso, più voce. Si chiede perché di una domanda che non sa più farsi, per una risposta che non sa più qual è. Si chiede perché, mentre il respiro si fa sempre più forte. Come se tutto dovesse esplodere. Come se tutto dovesse avere fine.

La spinge a sé.
La stringe forte.
L'abbraccia, con dolore e rabbia a distorcere l'affetto.


...


Un lieve urlo. Un rantolo appena sussurrato.


Nella rabbia cieca del momento, Kaylee ha mantenuto il pugnale stretto nella sua mano destra, la stessa mano che Zoey le aveva bloccato. Ed ora quel pugnale è intriso di sangue. Il suo stesso corpo è intriso di quel sangue. Il sangue... del suo sangue.

Kaylee lascia la presa.
Sua sorella cade all'indietro, lievemente, adagiandosi al suolo. Ma prima di farlo, si aggrappa alla Virgo Insania con le ultime forze. L'osserva, quando ancora può farlo. Ma non v'è odio nel suo volto. Anzi. Una sensazione che stride così tanto con tutto questo. Un fiore, nel deserto senza fine di un'esistenza disperata.

Dolce e gentile, come allora, Ella sorride.


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Un'oscuro silenzio opprimente, lacerato da un caotico pianto di pura disperazione.

Dagli occhi vuoti di Kaylee di Maggio sgorga un pianto a dirotto, inconsolabile. Il pugnale finisce a terra. Il corpo non sembra più reggerla, lasciandola cadere all'indietro. La sua bianca veste si macchia del frutto del suo peccato originale. Il suo sguardo atterrito, fuori dal mondo, sembra evidenziare il suo desiderio più recondito, l'unica speranza a cui aggrapparsi prima che il rimorso divori il suo essere.

Non può... non può essere accaduto davvero.
E' tutto frutto della sua immaginazione. Un tremendo sogno, un'incubo come quelli che affollavano il suo sonno quando era ancora bambina e lei non era più lì a proteggerla. Una sordida... illusione.
Tutto questo non può essere vero.

Sente le sue mani tremare, ogni volontà svanire dal suo corpo. Non riesce a voltarsi. Non riesce a spostare il suo sguardo su ciò che vi è al suo fianco. Clarissa l'osserva, ma persino la sua sadica risata sembra soverchiata dalle sue urla disperate. Una punta d'invidia compare di sfuggita tra le pensieri della Regina dei Corvi. Così tanto... dolore. Non ne aveva mai visto così tanto, e per una sola persona. Dovrà essere una sensazione unica, irripetibile. Chissà cosa si prova.
Chissà cosa si prova a compiere il peggiore la peggiore delle colpe.


...


Si sente soffocare, Kaylee.
Persino il suo respiro, rapido ed intermittente, sembra incapace di donarle alcun sollievo. Sente il cuore battere a mille, come se dovesse esplodere in mille pezzi da un'istante all'altro. Volta finalmente lo sguardo ove sua sorella giace.
L'orrore la pervade nel vedere l'ampia ferita nel petto. Il sangue che cola dai vestiti, finendo sulle sue mani, istintivamente rivolte verso di lei.

E' immobile.
Gli occhi chiusi, serrati.
Non sembra nemmeno respirare.
Lei non può... non può essere...

Urla disperata, Kaylee.
Urla con tutte le forze che le rimangono.
Urla, portandosi le mani al capo. Urla finché non ha più voce per farlo.
Finché tutto svanisce.


La sua voce.
Il suo respiro.
Il suo animo.
I suoi pensieri.
La fioca luce.
Il mondo attorno a lei.
La sua stessa essenza.



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Tutto svanisce.
Un'abisso che nulla risparmia.


Il suo respiro s'interrompe.
Il cuore smette di battere.
L'urlo di dolore cessa.















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E diviene risata.


Persino Clarissa non può negare una certa sorpresa. Quello sguardo in volto... è come se, in un istante, tutto fosse cambiato irrimediabilmente. Come se quella che ha davanti non fosse più Kaylee. Come se tutto si fosse rovesciato. Come se una disperazione così insopportabile, un'abisso di dolore così profondo l'abbia condotta verso l'emozione diametralmente opposta.
Quella di un'inspiegabile, corrotta felicità.


Kaylee si alza di scatto.
Con un movimento innaturale, quasi meccanico, esce di scena. Nulla sembra più importarle ora. Né Zoey, né Clarissa, né Sophie o Aya che tengono ferma sua madre oramai esanime. Come se quel mondo non le appartenesse più. Come se tutto ciò che la circonda avesse perduto di significato.
Clarissa non prova nemmeno a fermarla. Non ne ha motivo, d'altronde: ciò che doveva compiersi... è accaduto di fronte ai suoi occhi, e non può che esserne pienamente soddisfatta. Ma, prima che Kaylee esca dallo scantinato, per un istante le due si passano affianco, ed ha il tempo di incrociarne lo sguardo. Una strana sensazione la pervade, con il lieve contatto del suo corpo con quello della giovane. Una strana sensazione che concilia con un brivido quasi innaturale che le provoca incrociare quello sguardo. Non comprende, eppure è come se sapesse. Ne è affascinata.

E' uno sguardo... di pura follia.


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Gli occhi lentamente si chiudono sempre più, mentre le mani che provavano a premere sulla ferita perdono le forze. Clarissa alle sue spalle ha un tavolino traballante sul quale è poggiato un bicchiere d'acqua. Si avvicina alla carcassa di Zoey e le versa addosso l'acqua contenuta nel bicchiere.

CH: "Non è ancora giunta la tua ora, cara Zoey."

Zoey riapre gli occhi ma il suo respiro è sempre più faticoso. Ciononostante ha la forza di strisciare verso la parete e poggiare la schiena contro di essa.

CH: "Avrei tanto voluto che la mira della dolce Kaylee fosse migliore...Ho avuto il mio gran da fare per spingerla a ferirti a morte."

Senza troppe cerimonie Clarissa rivela di non aver voluto uccidere Zoey, non subito, ma di aver architettato tutto per spingere Kaylee stessa a farlo. Zoey, debole com'è, si rende conto del piano messo in atto da Clarissa e di come la poca lucidità abbia giocato un ruolo chiave.

Z: "E...E quindi?"

Sussurra, sorridendo sarcastica.

Z: "Te ne resterai...Lì a...A guardarmi mentre muoio? Non sei per niente originale...Cara Clarissa."

Persino in punto di morte, persino in quello stato Zoey riesce a fare centro e irritare Clarissa. Lei però cela quel sentimento in un sorriso.

CH: "Curioso come in una villa così lussuosa possano esserci...Passaggi segreti."

In quel momento il volto di Zoey muta. Serra le labbra, gli occhi destano preoccupazione.

CH: "Mai, nemmeno per un istante, mi sarei aspettata un simile cliché da una donna così brillante e pronta a sparire nel nulla per non esser mai più ritrovata...E' quasi come se avessi voluto, inconsciamente, essere trovata. Ero soddisfatta di essere arrivata fino alle tue origini slovacche quando ho deciso di non soffermarmi solo su di esse, ma anche su ogni tua seduta psichiatrica.

Che uomo gentile, colui che ti aveva in cura."

Z: "Zitta."

Stringe con forza i denti e cerca di alzarsi ma il suo corpo non regge nemmeno nelle intenzioni.

CH: "Inizialmente avevo anche creduto al disturbo di personalità multipla, eppure c'era qualcosa che mancava. Un tassello. Nessun farmaco aveva ottenuto realmente effetto sulla tua condizione, come mai? Rari, se non nulli, sono i precedenti. Per quale motivo la dolce Zoey non è mai guarita? Sarà forse perché non esiste alcun disturbo di personalità multipla? Nulla che la scienza possa spiegare."

Clarissa si appropria del pugnale utilizzato da Kaylee, ora lasciato sul freddo pavimento. Senza esitare lo porta sul palmo della mano e incide un taglio profondo. Il sangue cola mentre Clarissa, senza la minima esitazione né segnale di dolore, osserva Zoey.

CH: "Poiché esattamente come la mia natura umana è stata sacrificata in nome di un potere superiore, esattamente come oggi il Dolore è parte del mio corpo e non più l'essere estraneo che tutti gli umani temono...In te, per tutti questi anni, è stato celato il vero potere della Musa del Caos.

Zoey Di Maggio è solo un contenitore."

Z: "Basta, smettila subito..."

Zoey appare insofferente a tutte quelle parole.

CH: "Un corpo all'interno del quale convivono due anime distinte e separate. Esse sono in costante diatriba tra loro e, nonostante rari casi, tu hai sempre avuto la forza di vincere la guerra interiore. Lo hai fatto durante tutto il tempo in cui hai posseduto la Fight For Honor, hai collezionato titoli e sei divenuta una leggenda. Tu, di Muse of Chaos, per tutto questo tempo hai mantenuto solo la nomea non essendolo effettivamente.

Oggi la messinscena finirà. La maschera cadrà...

Oggi tu mi mostrerai la vera Musa del Caos."

Z: "SHUT THE HELL UP!"

L'urlo straziante, accompagnato dalle lacrime, è una gioia per gli occhi di Clarissa. Se non fosse che, d'improvviso, il suo volto muta. E' uno di quei rari casi in cui la Hero mostra la sua umanità, la sua legittima sorpresa, in contrapposizione alla paura negli occhi di Zoey. Perché, d'improvviso...

Si ode un pianto.

L'urlo di un neonato appena svegliatosi per quell'urlo così potente, carico d'odio. Clarissa cerca di seguire quel pianto sino a giungere dinnanzi ad una tendina nera. Sollevata, dietro di essa si cela la maniglia di una porta, prontamente aperta. La scena alla quale si assiste è a dir poco surreale.

Come in una dimensione a parte, quella è la stanza di un infante.

Tutta colorata di rosa, arredata con lo stretto necessario. Clarissa non può credere ai suoi occhi. Si avvicina lentamente alla culla, scorgendo il meraviglioso viso di una bambina. Sulla culla vi è anche inciso il suo nome.

Aurora.

Clarissa la prende in braccio tornando indietro. Zoey non appena la vede con Aurora stretta al petto sobbalza, nonostante il dolore e il sangue copioso che potrebbe farla svenire da un momento all'altro. La Hero riflette per qualche istante...

CH: "L'unico modo che avrebbe portato alla tua sconfitta, alla rivelazione della Musa del Caos...Era lei, dico bene? Per questo sei scappata subito dopo aver perso il titolo, per questo Chelsea ti ha assistita quella notte. Non era per te...Era per lei.

Riversi in questo stato, lottando ancora, per amore materno..."

Clarissa sempre più sorpresa osserva l'infante e poi lo sguardo terrorizzato di Zoey, incapace di poterla difendere.

CH: "Non oso immaginare quanto dolore tu stia provando ora."

Quelle parole, in teoria così belle, vengono dette con un tono sadico.

Z: "Ti prego...No..."

Clarissa guarda di nuovo la piccola.

CH: "Io sono tua zia, Aurora cara...Passeremo del tempo speciale assieme."

Ancora quel tono a dir poco inquietante mentre si rivolge all'indifesa creatura.

Z: "Prendi me! Uccidimi adesso, ma lasciala stare. Te ne prego Clarissa. Per favore..."

Clarissa stringe Aurora tra le sue braccia e la porta via. Quando però giunge dinnanzi alle scale, ritrova davanti a sé una figura in particolare...La figura della sua Maestra, Angel. Ella da come è posizionata pare quasi arrestare le intenzioni di Clarissa che, con fare di sfida, non pare temerla...Forse troppo piena di sé.

CH: "Hai intenzione di fermarmi...Maestra?"

Angel osserva prima Clarissa, poi volge lo sguardo verso Zoey. Versa in uno stato orrendo, insanguinata e adesso in lacrime.

Sul punto di compiere un atto impensabile.

Z: "Angel...Per favore...Per favore, fermala...
...
...Aurora! Ti prego....fermala..."

Supplica.

...

A: "La mia presenza qui è in veste di sola spettatrice."

Ella allora si defila, consentendo a Clarissa di percorrere le scale. Prima però volge un'ultima volta lo sguardo verso Zoey, per poi baciare la fronte della piccola Aurora. La Di Maggio rimane lì, adesso senza più la forza di tenere gli occhi aperti.

Sviene tra lacrime e sangue.


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Il rosso del sangue, il bianco delle mura.
Il suo respiro è calmo, adesso. Kaylee di Maggio alza lo sguardo, realizzando ove le sue gambe l'hanno condotta. Il suo inconscio l'ha guidata, portandola via dal luogo del suo peccato originale ed immergendola nei ricordi di una piccola stanza da letto. Arredata con cura ma abbandonata da tempo, sembra trasparire ricordi di un passato felice. Delle fotografie poggiate su un tavolo impolverato. Un letto a castello, le coperte tirate. E' come se lo ricordasse, Kaylee. Il momento in cui quelle foto erano attimi di presente, quando saltava giù da quel letto disfatto pronta a vivere una vita felice. E' come se percepisse tutto questo, nell'esatto momento in cui lei entra nella stanza, e la stasi s'interrompe. Ma oramai non prova nulla.


Nulla.
Il respiro calmo.
Nulla.
Una vita felice.
Nulla.
Sua madre. Sua sorella.
Nulla.
Il pugnale che si conficca nel petto. Il sangue che sgorga dalla ferita. Il corpo che cade, lieve, sul freddo pavimento.
Lei non prova più nulla.



Una sensazione l'assale.
In pochi attimi, diviene insopportabile. I denti digrignano, il volto si contorce. Le mani toccano la sua veste un tempo bianca. Il sangue, ormai raggrumato, dipinge pensieri sul suo volto. Tutto questo la opprime. La soffoca.
Si sente sporca. Insozzata di sudore, lacrime... e sangue. Il suo sangue, che esce dalla piccola ferita sulla mano. Il sangue del suo sangue, cosparso su di lei.
La disgusta. Vuole toglierselo di dosso. Vuole che svanisca dalla sua vista.



Con un gesto convulso si strappa la veste, lasciandola cadere sul pavimento. Rimane ferma, immobile sul posto, con solo la biancheria indosso, come se il tempo si fosse fermato. Poi, di scatto, avanza meccanicamente di fronte a sé. Scorge l'armadio, ove fin da piccole lei e sua sorella riponevano i loro vestiti. Lo apre.

Uno strano sorriso asettico dipinge il suo volto.


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E' passato del tempo, in quella lunga notte.
E' quasi l'alba, oramai, ed un timido sole inizia a schiarire le strade ancor deserte. Di fronte a quella casa così apparentemente insignificante, la quiete pare finalmente tornata. Sophie ed Aya, le due ancelle di Clarissa, attendono di fronte all'uscio. Clarissa sembra essere già andata via.

S: "Mon dieu! Ici il fait froid, prostituèe! Mi chiedo perché la Maestra abbia deciso di lasciarci qui a morire di freddo! Va bene pour toi che sei abituata a vivrè dessous le pont, ma moi...ho un certo tenore di vita, sai?"

A: "..."

S: "E non solo fait froid, sei anche di grande compagnia, a quanto vedo."

A: "Io mi atterrò agli ordini di Milady Clarissa. Tu fa come credi."

Sophie sembra risentirsi, fissando acida la sua compagna mentre cerca di coprirsi come può con la sua lunga e pacchiana pelliccia.

S: "Adesso fai anche le moraliste? Che poi, cosa diamine potrebbe succed..."


La porta scricchiola, richiamando l'attenzione delle due.
Lo sguardo di Aya, già impegnato ad ignorare la francese, ora è fisso, inespressivo, sulla porta. Sophie, presa alla sprovvista, si volta goffamente, giusto in tempo per vedere la porta spalancarsi di scatto.

S: "Tu..."


Dal volto di Sophie traspare un evidente shock. Sembra non credere ai suoi occhi.


S: "Tu...tu...
N'est pas... n'est pas possible!


...


Zoey?!?"



Come se percepisse un pericolo imminente, Sophie si lancia all'attacco. L'accidia e lo spavento lasciano spazio ad una sadica determinazione. Per quanto non possa sembrare così, la francese... è una donna estremamente pericolosa, dopo tutto.
Simile ad un felino, sfodera i suoi artigli e si avventa sulla sua preda. L'immagine non la segue, inquadrando il suolo.

Qualche istante dopo, un rumore secco.
Sophie finisce a terra, rimbalzando contro il muro della casa ed adagiandosi su di esso, priva di sensi.


Vediamo solo il volto di Aya.
Per la prima volta, un'espressione empatica si disegna tra le sue gote.
Sorride, mentre inchina lievemente il capo in segno di riverenza.


A: "Milady Clarissa vi attende con ansia...















...









b9b35d4d1e0c7a022f291ddcbe094fd0




... O Musa della Follia."


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La minaccia ha abbandonato la casa. Il silenzio padroneggia la scena desolata. Zoey appare priva di sensi, chissà se ancora in punto di morte o già andata incontro a quell'infausto destino. Si ode poi un suono fastidioso, come un fischio che diviene sempre più assordante...

Zoey sbarra gli occhi, guardandosi attorno come appena svegliatasi da un incubo. Ma il luogo che la circonda non è lo scantinato della sua dimora d'infanzia. Come un enorme stanza bianca, senza muri, senza porte, senza finestre. Senza fine. Una luce accecante. Uno strano specchio di fronte a sé.

Z: "E' tutto.... finito?"

"No. Non ancora, per lo meno."

Una voce.
Una voce dallo specchio di fronte a lei.

Z: "Tu..."

"Ti avevo avvertita anzitempo, ma non mi hai ascoltata."

Lo specchio riflette una figura di donna.
E' lei stessa. E' la sua immagine riflessa in uno specchio.
Ma guardando sé stessa in uno specchio, ella non si riconosce. E' lei, e contemporaneamente una persona differente.

Z: "Perché...Perché lei non l'ha fermata?"

Forse riferendosi ad Angel, macchiatasi di un tradimento ingiustificato agli occhi di Zoey, sempre meno lucida.

"E' davvero necessario che te lo spieghi?"

...

Attimi di silenzio, mentre lei resta persa nei suoi stessi pensieri.

Z: "L'ha fatto per...Per arrivate a te."

Una risata si ode.

"Molto interessante...La sorella di Shane si è rivelata essere una rivale di elevata caratura persino per la grande Zoey Di Maggio. Persino i migliori commettono errori e il tuo è stato rifiutare il mio potere per mero orgoglio. Voi umani, chi può comprendervi..."

Z: "Se non fosse per Aurora, preferirei morire piuttosto che arrivare a questo. Ma..."

Parlare sta divenendo uno sforzo disumano.

"Anni passati nella vana speranza di poter udire queste parole. Sembra quasi un sogno."

Z: "O un incubo."

Ride.

"Ne sei finalmente certa, Alexandra?"

Dice quella voce, rivolgendosi ad Alexandra, a quanto pare il vero nome di Zoey. Quest'ultima annuisce.

Z: "Ad una sola condizione...Porta Aurora in salvo. Non ti chiedo nient'altro."

Quella voce appare titubante per pochi istanti.

"Non ti garantisco nulla."

Quelle parole, però, alle orecchie di Zoey suonano come un sì. Ormai la conosce...Da fin troppo.

Z: "Non ti opporrò più resistenza...Ora questo è il tuo corpo...


2PalLKs


Calypso."

CAMERA FADES


divider

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makko 95
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view post Posted on 2/11/2019, 00:58     +1   -1
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Ah quindi è un season finale di una soap
 
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view post Posted on 2/11/2019, 12:46     +1   -1
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CITAZIONE (S!mon @ 2/11/2019, 00:58) 
Ah quindi è un season finale di una soap

Per certi versi :soso:
D'altronde è per questo che si è scelto di separarlo e postarlo a parte, in maniera di lasciare parte efeddistica e parte narrativa divise.

E' un "megaspiegone" che, con gli eventi successivi a SF, chiude il cerchio sul personaggio di Kaylee, spiega le vere motivazioni di Clarissa e costruisce due "twist" che completano questa fase della storia.
 
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view post Posted on 2/11/2019, 16:21     +1   -1
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No sinceramente mi gira parecchio il cazzo ad aver promato due anni per far da contorno a un romanzo fantasy quando io volevo partecipare ad un gioco di wrestling, poi ti permetti pure di far paragoni con la JPWA
 
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CITAZIONE (S!mon @ 2/11/2019, 16:21) 
No sinceramente mi gira parecchio il cazzo ad aver promato due anni per far da contorno a un romanzo fantasy quando io volevo partecipare ad un gioco di wrestling, poi ti permetti pure di far paragoni con la JPWA

Avresti ragione qualora questo segmento fosse comparso all'interno dello show "effettivo", e non avesse avuto invece uno spazio suo, completamente indipendente e facoltativo. Se vai a rileggere lo show vero e proprio, vedi che non c'è alcun tipo di rimando a ciò che accade qui. Non è un gioco di wrestling che fa da contorno ad un romanzo fantasy, semmai il contrario. Potrei star qui giorni a spiegare, dettaglio per dettaglio, match per match, la validità di tale affermazione.

Quanto alla JPWA, ripeto che il rimando è legato solo all'Empress of Europe, in quanto "torneo" per l'appunto. Le due cose non sono paragonabili, in linea generale, né credo di aver fatto collegamenti di tal genere.
 
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view post Posted on 17/11/2019, 13:21     +1   +1   -1
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Tu zia quaa pelata!

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CITAZIONE (S!mon @ 2/11/2019, 16:21) 
No sinceramente mi gira parecchio il cazzo ad aver promato due anni per far da contorno a un romanzo fantasy quando io volevo partecipare ad un gioco di wrestling, poi ti permetti pure di far paragoni con la JPWA

Ma dai, davvero hai scritto un commento del genere? Scusa, Simo, ma con tutto il rispetto mi sembra un commento del tutto fuori luogo. Se vogliamo discutere sul carattere eccessivamente romanzato della storia, sono d'accordo, in alcuni frangenti è stato decisamente stucchevole, ma giudicare così i due anni di DU nei confronti di questo SF "alternativo" è sbagliatissimo. Stiamo parlando semplicemente della conclusione di una backstory che si è sviluppata durante gli show DownUnder senza andare minimamente a incidere sulla faida tra Puzzle e Darkside Puzzle, tra Send e Alayane, eccetera eccetera.
Come d'altronde sono stati Ordine Esule in R-Pro/TWP o anche la backstory che va avanti durante tutto ERFENIS. Possono piacere o meno a livello qualitativo (a me è piaciuta questa come le due che ho poc'anzi nominato) ma in alcun modo sminuiscono l'impegno degli handler.
 
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view post Posted on 18/11/2019, 18:46     +1   -1
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Eh no Diggia, è molto diverso perché qui la federazione è stata aperta palesemente quasi apposta per questa roba
 
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CITAZIONE (S!mon @ 18/11/2019, 18:46) 
Eh no Diggia, è molto diverso perché qui la federazione è stata aperta palesemente quasi apposta per questa roba

Ma anche no, eh.
E' stata aperta per "proseguire" il percorso della 2FH. Talmente tanto che ho più volte ripetuto a Simone che, se avesse voluto tornare, gliel'avrei lasciata per fare una transizione di nuovo alla 2FH, perché mi pareva la cosa più "corretta" da fare (e infatti la storyline di Clarissa doveva inizialmente andare in quel senso).

Mi dispiace poi che pensieri del genere vengano da te, dato che sulla costruzione di Saito c'ho messo anima e corpo (è stato uno dei miei main fin dall'inizio della fed) e che Pain, pur non ricevendo (mea culpa) un trattamento sempre perfetto, è stata protagonista di quella che io ritengo esser stata la storyline migliore della fed.

Poi ripeto, la si può pensare come si vuole, ma ciò non toglie che sia un pensiero sbagliato e che, soprattutto, io possa provartelo, booking e match alla mano.
 
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