La conferenza prosegue. Giornalisti da tutto il mondo cercano in ogni modo di accaparrarsi lo scoop della serata, la domanda a questo o quell'altro atleta, mentre macchine fotografiche intasano l'aria con il loro ripetitivo suono ad ogni nuovo scatto. Finché, ad un certo punto, il silenzio. La luce va via. Ma questa volta, il prevedibile senso di panico è ben più lieve di quanto accaduto in altre occasioni come questa. D'altronde, uno dei dieci partecipanti allo Strong Carnival non è lì presente. E, consapevoli di chi si tratta, non c'è da sorprendersi di ciò che sta accadendo. Era prevedibile che lui volesse dire la sua. Una luce squarcia il buio pesto della Conference Room. Il pannello luminoso trasmette uno statico che va via via distorcendosi, lasciando spazio ad un logo.
I Remnents of Despair sono arrivati allo Strong Carnival.
JG: «Buonasera, spettabile pubblico. Spero che perdonerete la nostra assenza tra di voi. Avremmo davvero voluto essere lì, con voi, a godere della magnificenza che un evento del genere può concedere a tutti coloro che ne sono parte. Ma, vedete... noi non siamo che delle... ombre. Oramai apparteniamo alla JPWA, siamo indissolubile ad essa. Indissolubili, eppur così eteree, quasi invisibili... dimenticabili. Eppure, l'ombra del vostro dispiacere, della vostra...disperazione, può espandersi a vista d'occhio, specie in una notte dalla luna spenta. Diventar così grande da non poter essere più sopportata, e... divorarvi. Voi ci avete offerto un biglietto di sola andata verso la fine... e noi non esiteremo a divorare la JPWA, e poi l'intero mondo del pro-wrestling.»
La telecamera dei Remnents è posta a terra, ed osserviamo il volto di Jin Gokudo fissarla dall'alto, illuminato da una forte luce artificiale. Dalle ombre, uno dopo l'altro, gli altri adepti della disperazione fanno l'ingresso in scena. Un sorriso maniacale li unisce.
JG: «Vedete la felicità nei nostri occhi? E' qualcosa che solo la disperazione può offrire. Un sentimento di pura libertà, la sensazione di aver trovato il nostro posto nel mondo. Per quanto vi sforzate di credere e professare il contrario, ognuno di voi è esattamente come noi. Ognuno di voi è un reietto. Ognuno di voi, almeno una volta nella sua vita, ha compreso di non essere abbastanza, ha accettato compromessi, ha lasciato cicatrizzare una ferita nell'animo, ha ignorato le voci che urlavano nella sua testa. Si è reso diverso, è mutato, ha lasciato che il mondo che lo circonda prendesse parte di sé, senza restituire nulla in cambio. Potrà essere ripetitivo ma, forse, è necessario... necessario ricordare, ad ognuno di voi, che siamo qui per salvarvi. Ed ora, grazie allo Strong Carnival questo processo ha subito una notevole accelerazione.»
L'Ultimate Yakuza indica la telecamera e, indirettamente, l'intera audience.
JG: «Ed è meglio così, non credete? Perché attendere, diluire la sofferenza aspettando l'inevitabile? Guardatevi attorno. Ognuno di voi. Giornalisti, fotografi, atleti... guardate la persona che avete al vostro fianco. Quella che avete di fronte a voi, o quella che vi sta vicino. Osservate i loro occhi, leggete nel loro animo. Ognuno di loro ha dentro di sé un germoglio di disperazione. Un piccolo seme, che piano piano sta germogliando, assorbendo dall'anima il nutrimento necessario. Mi domando solo quale seme darà i suoi frutti per primo... Provate un certo senso di disagio, forse? Ogni persona è vostro nemico. Il vostro animo è vostro nemico. E siete qui, legati ad un compito, obbligati dalla legge naturale e dal buon senso ad una prova che forse nemmeno desiderate. Ognuno di voi DEVE vincere lo Strong Carnival. Ognuno di voi ne ha bisogno. Ognuno di voi sente di meritarlo. O forse, ha paura che le catene che stringono l'anima lo facciano soffocare, lascino dei segni indelebili. Schiavi delle aspettative, schiavi dei rimorsi, schiavi del compito che il mondo ha deciso per voi. Ecco perché noi siamo diversi. Ecco perché siamo liberi.»
Remnents: «Liberi.»
JG: «Liberi. Liberi di credere in Kamukura Izuru, al di là di ciò che accadrà d'ora in poi. Liberi di credere alle sue parole, liberi di decidere da noi stessi. Liberi... di scegliere. Forse, il nostro primo avversario amerebbe dire che... "il modo in cui si viene a far parte di questo mondo è irrilevante. E' ciò che facciamo di tale dono a stabilire chi siamo." E noi...eravamo dei reietti, non avevamo scelto di esserlo. Ora siamo i Remnents of Despair... ed è ciò che desideriamo di più, con tutte le nostre forze. Kamukura Izuru libererà ognuno di voi. Kamukura Izuru vincerà lo Strong Carnival. E voi... sceglierete di seguirci. »
I Remnents si fanno da parte. Di fronte a loro, il volto impassibile di Kamukura Izuru osserva la telecamera.
IK: «La disperazione è dentro di voi. La disperazione è attorno a voi. Non importa cosa farete, non importa dove andrete, non importa cosa penserete. Il vostro passato, il vostro futuro, il vuoto dentro di voi.
Vi è solo disperazione, ad attendervi.
...
Tsumaranai. »
Una risata, distorta dal suono di uno statico che divora inesorabilmente l'immagine sullo schermo. Le luci si riaccendono. Tutto torna alla normalità.